Ieri, sabato, abbiamo avuto al mattino l’udienza giubilare e al pomeriggio il concerto. San Nicola è stato ricevuto nei sacri palazzi con tutti gli onori, un atto preparato dalla Guardia Svizzera Pontificia che ha fatto recuperare i sorrisi persino a Parolin, forzato, ma sorriso.
Duemila poveri accolti nelle prime file dell’Aula Paolo VI ai quali è stato offerto una cena e un pacchetto natalizio. Ma soprattutto, la musica è stata il «regalo» che il Papa Leone XIII e gli organizzatori del Concerto con i Poveri, con la partecipazione speciale di Michael Bublè. «Questa sera, mentre le melodie ci commuovevano, abbiamo sentito l’inestimabile valore della musica: non un lusso per pochi, ma un dono divino accessibile a tutti, ricchi e poveri, eruditi e semplici». È una scena che non si vedeva a Roma da molti anni. Francesco non aveva mai voluto partecipare ai concerti, poiché non li considerava il suo stile. A Benedetto XVI piacevano, ma erano praticamente esclusivamente di musica classica. «La musica è come un ponte che ci porta a Dio. È capace di trasmettere sentimenti, emozioni, persino le commozioni più profonde dell’anima, elevandole verso l’alto, trasformandole in una scala ideale che collega la terra al cielo. Sì, la musica può elevare le nostre anime! Non perché ci distragga dalle nostre miserie, perché ci stordisca o ci faccia dimenticare i problemi e le situazioni difficili della vita, ma perché ci ricorda che non siamo solo quello: siamo molto di più dei nostri problemi e delle nostre difficoltà; siamo figli amati di Dio!».
Il Papa Leone XIV nel suo discorso in inglese ai tredici nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, che hanno presentato le loro lettere credenziali oggi nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano. Sono li nuovi ambasciatori di Uzbekistan, Moldavia, Bahrein, Sri Lanka, Pakistan, Liberia, Thailandia, Lesotho, Sudafrica, Fiji, Micronesia, Lettonia e Finlandia. Il Papa ha ricordato che la diplomazia della Santa Sede, «modellata dai valori del Vangelo», è costantemente «orientata a servire il bene dell’umanità», in particolare «appellandosi alle coscienze e rimanendo attenta alle voci dei poveri, in situazioni vulnerabili o emarginati dalla società». «La vostra missione diplomatica» e «le relazioni costruttive tra la Santa Sede e le vostre diverse nazioni», possono offrire «un aiuto concreto» per affrontare queste «gravi preoccupazioni» e contribuire «a un rinnovato spirito di impegno multilaterale» in un momento in cui è assolutamente necessario, «rivitalizzando gli organismi internazionali stabiliti per risolvere le dispute tra le nazioni».
Il Papa Leone invia un messaggio speciale al Perù, alla Polonia, all’Italia nel decimo anniversario della beatificazione dei sacerdoti assassinati da Sendero Luminoso, noti come i martiri di Chimbote, la nostra immagine di oggi. I sacerdoti Michał Tomaszek, Zbigniew Strzałkowski e Alessandro Dordi furono assassinati nel 1991 durante il loro lavoro pastorale nella regione di Ancash, vittime di un contesto di violenza associato al gruppo terroristico Sendero Luminoso. Questa lettera papale si estende alla Polonia, all’Italia e ad altre comunità dove il ricordo dei martiri rimane vivo. Rimase accanto ai suoi fedeli, anche in mezzo al pericolo, e persero la vita sotto l’accusa di “odio alla fede”. La diversità delle origini dei martiri – due frati francescani polacchi e un presbitero diocesano italiano – si trasformò in una forza per la loro missione congiunta a Pariacoto e nella regione del Santa.
Leone Melillo, giornalista e corrispondente in Vaticano, scrive il «Scisma Sommerso» e il Papa Francesco. Quando il Magistero Papale si Converte in Pedagogia Politica. Espressione la sua profonda stima e ammirazione per il papa Francesco , descrivendolo come un pastore vicino ai poveri e ai bisognosi, paragonandolo in alcuni aspetti alla figura del papa Leone . Evidenzia i suoi incontri personali e l’impatto del suo pontificato, al tempo stesso che ha segnalato le critiche e le difficoltà che hanno segnato la sua traiettoria, specialmente dopo la sua morte.
L’abolizione della Commissione richiesta da Francesco fa parte di una fase di aggiustamento del nuovo pontificato. Leone XIV, pur non rifiutando completamente l’approccio del defunto Papa Francesco, sta definendo gradualmente il suo proprio approccio amministrativo. La decisione di smantellare la struttura stabilita da Bergoglio sembra, quindi, non solo tecnica, ma anche simbolica, è una ridefinizione delle priorità, dei metodi e dei canali attraverso i quali la Santa Sede intende relazionarsi con i benefattori.
La Santa Sede attende con grande interesse i due Concistori del 2026. Il primo, che avrà luogo il 7 e l’8 gennaio, pochi giorni dopo la conclusione del Giubileo della Speranza, segnerà il ritorno alla collegialità. Il secondo Concistoro, ancora non convocato, sarà quello dei primi nomine di nuovi cardinali da parte del Papa Leone XIV. Sarà necessario creare almeno 18 cardinali per sostituire quelli che, tra la fine di dicembre e durante l’anno 2026, compiranno 80 anni e perderanno il loro carattere di cardinali elettori. I cardinali che saranno sostituiti sono: Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria; Christophe Pierre, Nunzio Apostolico negli Stati Uniti; Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona; Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster; Michael Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano; Timothy Radcliffe, Maestro Emerito dell’Ordine Domenicano dei Predicatori; Joseph Coutts, arcivescovo emerito di Karachi; Stanisław Ryłko Arcivescovo emerito della Basilica di Santa Maria Maggiore; Robert Sarah, Prefetto Emerito della Congregazione per il Culto Divino; Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo Emerito di Madrid; Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento; Antonio Cañizares Llovera, Arcivescovo Emerito di Valencia; Vinko Puljić, arcivescovo emerito di Sarajevo; John Njue, arcivescovo emerito di Nairobi; Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo emerito di Abidjan e Philippe Nakellentuba Ouédraogo del Burkina Faso.
¿I nomi dei nuovi cardinali? Il Papa Francesco ha sempre privilegiato le nomine ad personam e le sedi periferiche, elevando alla porpora pastori più umili che i vescovi titolari delle arcidiocesi storiche, considerate per secoli come fabbriche di cardinali. La linea seguita nei dieci Concistori del pontificato del Papa Francesco, durante i quali sono stati creati un totale di 163 cardinali.
Nella vigilia della festa dell’Immacolata Concezione, il Papa ha proceduto alla nomina di nuovi membri del Dicastero per le Cause dei Santi. Si tratta, tra gli altri, di Woelki, arcivescovo metropolita di Colonia (Germania). Il Papa Leone sembra voler dare altri segni e il cardinale Woelki poco sinodale è stato nominato membro del Dicastero per le Cause dei Santi del Vaticano. Woelki era precedentemente membro con diritto di voto di tre dicasteri del Vaticano: quello del clero, quello del culto e la promozione dell’unità. È anche membro dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Anche nominati Angelo De Donatis, penitenzieria maggiore; Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino; Ángel Fernández Artime, pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; monsignori Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova; Alfonso Vincenzo Amarante, rettore della Pontificia Università Lateranense; e Sławomir Oder, vescovo di Gliwice (Polonia).
Proprio prima della festività dell’Immacolata Concezione, è stato inaugurato nei Giardini Vaticani un mosaico della Madonna dei Dolori, Protettrice della Slovacchia. L’arcivescovo Bernard Bober di Košice, presidente della Conferenza Episcopale Slovacca, ha benedetto l’opera durante una cerimonia alla quale ha partecipato il presidente slovacco, Peter Pellegrini, che il papa Leone XIV ha ricevuto in udienza il giorno precedente. Parteciparono due cardinali: il decano del Collegio Cardinalizio, cardinale Giovanni Re, e il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Il presidente slovacco ha espresso la sua gioia nel vedere l’immagine della Vergine Maria slovacca in Vaticano, poiché «è fonte di speranza, fede e unità». La Vergine Maria slovacca è «un simbolo della connessione spirituale tra la Slovacchia e il Vaticano».
Il pubblicista Bernhard Meuser, promotore del progetto Youcat e co-fondatore dell’iniziativa Nuovo Inizio, che monitora criticamente il Cammino Sinodale Tedesco, ha avvertito il Vaticano contro la conferma degli statuti della Conferenza Sinodale, approvati pochi giorni fa e che pretendono che il Cammino Sinodale sia permanente. In una estesa pubblicazione sul sito web dell’iniziativa, scritta come una lettera al vescovo Karl-Heinz Wiesemann di Spira, Meuser ha scritto: «L’approvazione di Roma sarebbe un tradimento dei suoi stessi fondamenti in ecclesiologia ed etica sessuale. Sarebbe la tolleranza delle menzogne». «Il cardinale Parolin, sempre preoccupato di salvare le apparenze dei vescovi tedeschi, potrebbe allarmarsi per le conseguenze che un «no» definitivo della Santa Sede avrebbe sulla stabilità della Conferenza Episcopale Tedesca, il suo rapporto con lo Stato, il rapporto dei fedeli con il Papa e l’instabilità dell’opinione pubblica. La colpa ricadrebbe direttamente su Roma. I vescovi in questione rimarrebbero profondamente umiliati». «Un ‘sì’ per ragioni di Stato sarebbe una menzogna. Sarebbe aggiungere sale alla ferita costituendo la complicità del Vaticano in questo grande inganno. I numerosi credenti che sono già sul punto di abbandonare la Chiesa perderebbero la loro fiducia per sempre». Li rappresentanti del Cammino Sinodale sperano “che i loro calcoli politici diano frutti, che le opzioni liberali arrivino finalmente dalla porta sul retro e in modo discreto, perché Roma si è finalmente ammorbidita e —non per convinzione, ma piuttosto per fastidio e per convenienza politica— acconsentirà alla farsa. Tuttavia, dopo questo, la Chiesa cattolica in Germania non sarebbe più la Chiesa cattolica”.
La religione universale centrata sul cambiamento climatico vive ore basse. In Europa, i piani del Green Deal stanno diventando molto più pragmatici. Si sta sollevando il divieto di produzione di auto con motore a combustione interna e caldaie a gas. Qualcosa si sta muovendo sul fronte del cambiamento climatico e anche l’Europa sta iniziando a fare marcia indietro. L’attenzione non è più sulla catastrofe climatica, ma su un lungo periodo di adattamento e mitigazione. Non illudiamoci, se l’Europa sta cambiando idea, è perché gli Stati Uniti si sono già svegliati a una nuova era. Le indagini pubblicate in Newsweek , una rivista americana di sinistra, rivelano un malcontento progressivo per i problemi climatici, specialmente tra la sinistra americana. La rivista britannica The Spectator segnala una tendenza globale in questa direzione e centina di aziende stanno abbandonando i loro obiettivi climatici.
In Europa continuano per la loro strada, vedremo quanto durerà e in un questionario per bambini, bambine e adolescenti, promosso su un sito web ufficiale dell’Unione Europea chiede loro di scegliere il loro genere tra quattro opzioni e di indicare se si sentono parte del gruppo «LGBTIQ+». Nel frattempo, alle associazioni pro famiglia viene negato il finanziamento europeo. L’iniziativa si iscrive nell’impegno crescente di Bruxelles per la promozione dell’ideologia LGBT a tutti i livelli. Il fatto, grave in sé , si iscrive nel contesto della recente e errata sentenza della Corte di Giustizia che vuole imporre a ogni paese membro il riconoscimento dei «matrimoni» omosessuali contratti in altri paesi dell’Unione. La guerra «europeista» contro la famiglia (uomo-donna-figli) e contro l’identità umana, a partire dall’infanzia, è totale.
Assolto in appello per «delitti contro il Papa Francesco». I giudici hanno annullato la sentenza di primo grado che condannava l’ex consigliere e vicesindaco di Civitanova a un anno di prigione, una pena sospesa. Il caso risale al 2018, quando apparvero alcuni commenti sul profilo Facebook di Fausto Troiani su politica nazionale e internazionale in un tono acceso, insultando figure politiche come Moscovici, Macron e Merkel. Il Papa Francesco fu anche oggetto di persecuzione: «Per non parlare di Francesco e della sua squadra di pedofili». Gli fu accusato di oltraggiare l’onore e il prestigio del Pontefice, figura equivalente nella legislazione italiana a quella del Presidente della Repubblica.
Per diverse settimane, più di sessanta migranti hanno dormito nella chiesa di Saint-Policarpe a Lione. Ogni inverno, i luoghi di culto vengono occupati illegalmente in questo modo, con il sostegno di attivisti radicali, la Chiesa si limita solitamente a osservare la situazione. Quasi ogni inverno, una o più chiese francesi vengono occupate illegalmente da migranti. Solo l’anno scorso, luoghi di culto a Tolosa e Marsiglia sono stati colpiti. La situazione è sempre la stessa: cambia solo l’edificio colpito. Una mattina o un pomeriggio, gruppi di giovani arrivano, con materassi e borse in mano, all’arrivo della primavera, gli occupanti vengono sgomberati —a volte con la forza, a volte dopo negoziati— e tornano a dormire all’aperto.
Joachim Heimerl continua con i suoi articoli sulla Messa. La “nuova Messa” si differenzia dalla Messa tradizionale non solo nei riti esterni, ma soprattutto nei testi del Messale, un esempio di questo è l’“Offertorio”. Nella «Nuova Messa», questo si è trasformato semplicemente in una «preparazione dei doni». Le preghiere con cui il sacerdote offre i doni eucaristici hanno dato luogo a preghiere da tavola senza senso, che considerano il pane e il vino semplicemente come “frutto della terra e del lavoro umano” da portare “davanti al volto di Dio”. Non sono più associati al sacrificio sulla croce, ma solo a una “salvezza” non specificata, che può essere qualsiasi cosa o nulla, e suona certamente più “cristiana” di quanto non sia realmente. Non c’è traccia dell’invocazione alla Trinità, e persino il nome di Cristo viene menzionato solo una volta, incidentalmente, durante la miscelazione dell’acqua e del vino; ma persino in questa breve preghiera, è stata omessa la formula trinitaria e si è tralasciata l’idea centrale della redenzione mediante il sacrificio di Cristo. Il cardinale Ottaviani lo affermò nel suo “studio critico” (1969) sulla nuova Messa, sottolineando che solo la Messa tradizionale è il “monumento completo” della fede cattolica; la nuova Messa, invece, può essere intesa come un’immagine distorta di essa.
Il 4 dicembre 1963, Paolo VI promulgò la Sacrosanctum Concilium , la prima Costituzione del Concilio Vaticano II, approvata quasi all’unanimità (2147 voti a favore e 4 contro). Sessantadue anni dopo, quel testo rimane la base della riforma liturgica cattolica, ma anche un progetto in corso. La Sacrosanctum Concilium non nacque come un documento tecnico. Il suo prefazio chiarisce immediatamente il suo scopo: «promuovere la vita cristiana quotidiana», «promuovere l’unione di tutti i credenti», «rafforzare ciò che serve per chiamare tutti nel seno della Chiesa». La liturgia si presenta come il cuore pulsante della vita ecclesiale , «azione sacra per eccellenza», in cui Cristo è veramente presente «nella persona del ministro», «nelle specie eucaristiche», «nella Parola», «nell’assemblea».
